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15 gennaio 2012 7 15 /01 /gennaio /2012 10:21
Forlì, Musei San Domenico piazza Guido da Montefeltro
28 gennaio - 17 giugno 2012
L' incredibile eccellenza tecnica e lo straordinario eclettismo dell'artista furono attaccati sia dai conservatori, che non lo vedevano allineato per i contenuti
ancora pervasi dal Simbolismo e per le scelte formali caratterizzate da richiami
nordici (gotici ed espressionisti) estranei alla tradizione mediterranea e all’arte di regime, sia dai sostenitori del moderno che mettevano in discussione la sua fedeltà alla figura, la vocazione monumentale, il continuo dialogo con i grandi scultori e pittori del passato, e la fedeltà alla scultura intesa come esaltazione della tecnica e del materiale tradizionalmente privilegiato - il marmo - che lui sapeva lavorare raggiungendo effetti sorprendenti, sino alla più elevata purificazione dell’immagine.

Questi aspetti, che ne hanno determinato per lungo tempo la sfortuna,
esercitano oggi un nuovo fascino che solo una grande mostra potrebbe finalmente restituire.
Partendo dall’eccezionale nucleo di opere conservate a Forlì, dovute al mecenatismo della famiglia Paolucci de’ Calboli, protagonista della storia della città e di quella nazionale, è oggi possibile radunare una serie di straordinari capolavori di Wildt e ricostruire il percorso più completo della sua produzione sia scultorea, sia grafica.
L’idea che governa questa esposizione è quella non di una rassegna di carattere monografico, ma di un percorso che metta in rapporto le sue opere con quelle degli artisti - pittori e scultori - del passato (gli antichi come Fidia, Antonello da Messina, Dürer, Bramante, Michelangelo, Bramantino,
Bronzino, Cellini, Bernini, Canova..) e i moderni (Previati, Dudreville, Mazzucotelli, Rodin, Klinger, Klimt, De Chirico, Casorati, Martini, Messina, Fontana..) con cui si è intensamente e
originalmente confrontato, attraversando ambiti diversi della vicenda artistica, come il Liberty, il Simbolismo, il Decò, il
classicismo novecentesco, l’eclettismo tra richiami al Quattrocento, al Manierismo, al Barocco, al Realismo magico.

Mentre i temi da lui privilegiati, come quelli del mito e della maschera, gli consentirono di dialogare anche con la musica (Wagner) e la letteratura contemporanea, da D’Annunzio (che fu suo collezionista) a Pirandello e Bontempelli; così è stato un superbo ritrattista che con i magnifici busti colossali di Mussolini, Vittorio Emanuele III, Pio XI, Margherita Sarfatti, Toscanini, e di tanti eroi di quegli anni ha saputo creare un Olimpo di inquietanti idoli moderni.
Grazie al suo insegnamento a Brera e alla sua originalissima idea di scultura, che non escludeva la ricerca polimaterica e una erosione anche dall’interno della forma alla conquista di nuovi effetti volumetrici e spaziali, la sua eredità la ritroviamo nelle opere dei suoi allievi prediletti, Lucio Fontana (dal 1927) e Fausto Melotti (dal 1928), destinati a diventare i protagonisti di un nuovo modo di concepire la forma.
I “tagli” o le occhiaie scavate e dorate dei volti di Wildt anticipano in maniera sorprendente i famosi “tagli” di Fontana.

I lunghi studi di Paola Mola, indiscussa conoscitrice dell’artista (che cura, insieme a Fernando Mazzocca e Antonio Paolucci, anche questa mostra), la disponibilità dei documenti e delle splendide fotografie d’epoca dell’Archivio
Scheiwiller (il grande editore milanese che per via familiare ha ereditato molte opere e i materiali di Wildt), consentono
una ricostruzione dettagliata e davvero affascinante della biografia, delle relazioni, delle committenze europee di questo protagonista assoluto di un periodo che del resto a Forlì e nel territorio ha lasciato testimonianze di scultura (Boifava, Drei), di urbanistica e di architettura (Bazzari, Valle) di straordinario livello, da riscoprire e valorizzare in occasione della mostra, con una serie di itinerari e di eventi opportunamente studiati e programmati. Così come andrà riportato alla luce il dibattito culturale locale e i suoi protagonisti che svolsero talora anche un ruolo nazionale.
L’insieme di queste iniziative, attorno e attraverso la mostra dedicata ad Adolfo Wildt, consentirà di rileggere la vicenda novecentesca della città e della Romagna.
Ancora una volta il percorso espositivo si articolerà all’interno delle grandi sale che costituirono la biblioteca del Convento di San Domenico e nelle stanze del piano terra dove si sono tenute le sei precedenti mostre.
La mostra è ideata e realizzata dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di
Forlì e i Musei San Domenico.
Orari di visita:
Da martedì a venerdì dalle 9.30 alle 19.00.
Sabato, domenica e giorni festivi dalle 9.30 alle 20.00.
Lunedì 9 e 30 aprile apertura con orario festivo. La biglietteria chiude un'ora prima.

Biglietti: intero € 10,00 ridotto € 7,00
gratuito per bambini fino a 6 anni
Informazioni e prenotazioni:
tel.199.75.75.15
servizi@civita.it

www.mostrawildt.it
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